Medicina di genere… già oltre!

Gender medicine… already beyond!


Barbara Meini

Caporedattore e Coordinatore Editoria SIFO


In più occasioni abbiamo sottolineato l’importanza degli studi post-autorizzativi, in particolare di farmacoutilizzazione e real world, per il loro ruolo strategico nella definizione della place in therapy dei medicinali nella pratica clinica, soprattutto in alcune popolazioni di pazienti rispetto ad altre, che possono non essere ricomprese o sufficientemente rappresentate nel protocollo dello studio registrativo. In conseguenza di questo, la responsabilità di valutare il rischio-beneficio di uno specifico trattamento farmacologico viene demandato al singolo prescrittore.

Si rende quindi necessario valutare l’efficacia e la sicurezza nei pazienti anziani ed in politerapia, in cui la co-somministrazione di determinati medicinali può risultare inappropriata fino a determinare accessi al pronto soccorso, così come evidenziato nell’analisi di Camilletti.

Recentemente il dibattito della ricerca si è spostato sulla medicina di genere e sui protocolli gender oriented, il cui obiettivo principale è valutare le differenze di genere. Le analisi dei risultati, che vengono stratificate per sesso e/o genere, aumentano la probabilità di rilevare effetti significativi e sono fondamentali per migliorare l’accuratezza.

Invitiamo quindi a leggere con interesse le analisi presentate da Romagnoli, Argirò e Camilletti.

Rispetto ai cambiamenti sociali a cui stiamo assistendo intorno, l’impressione è che la ricerca faccia “fatica” a stare al passo coi tempi e con i bisogni reali di salute; alcuni di questi cambiamenti infatti impongono a chi si occupa di salute e ricerca di andare fin da subito oltre il binarismo di genere (donne e uomini; maschile e femminile) per una assistenza “inclusiva” per i pazienti transgender.


Buona lettura!