Celgene, 10 anni di ricerca in Italia. Con la passione per le sfide

A colloquio con Pasquale Frega
Vice President & General Manager Celgene Italia


Introduzione

Il Sistema Sanitario Italiano, oggi, deve far coincidere le brucianti necessità di contenimento della spesa farmaceutica con la garanzia di fornire ai pazienti i farmaci di cui hanno bisogno.
Celgene Italia ha la dichiarata missione di garantire che ogni paziente riceva i farmaci necessari e riconosce l’importanza del ruolo assolto dai professionisti della salute e dalle organizzazioni sanitarie.
In una logica che deve coniugare gli aspetti economici e il benessere del paziente, innovazione e sostenibilità sono le due parole su cui si gioca il futuro del Servizio Sanitario Nazionale. L’industria, attraverso il dialogo positivo con le istituzioni, può e deve partecipare attivamente per sostenerlo.


Celgene compie 10 anni di successo in Italia. Come siete arrivati fin qui?

Quella di Celgene è la storia di un’intuizione straordinaria e del coraggio di scommettere sulla capacità di trasformare una molecola dal passato tristemente noto, la talidomide, in una promessa di vita. Ma è anche una storia di successo, ottenuto grazie alla passione per la ricerca e per la continua innovazione. Da questi presupposti ha preso avvio la storia di Celgene, il cui obiettivo fin da principio è stato di investire nella Ricerca e Sviluppo di farmaci innovativi. Oggi, Celgene è un’azienda biofarmaceutica leader nel settore dell’oncoematologia e dei tumori solidi, e punta ad esserlo anche nell’area delle malattie infiammatorie immunomediate, con farmaci diretti alla cura della psoriasi, dell’artrite psoriasica, delle infiammazioni croniche intestinali e di quelle a carico del sistema nervoso centrale.
L’oncoematologia italiana gode oggi nel mondo di un indiscusso prestigio scientifico fondato sull’altissima qualità della ricerca (clinica e di base) svolta.
Una recente analisi del numero di pubblicazioni di Autori Italiani in peer-reviewed Journals (riviste scientifiche di standard particolarmente elevato) riguardanti alcune indicazioni oncoematologiche di grande interesse attuale (mieloma multiplo, linfomi non Hodgkin, sindromi mielodisplastiche, leucemia acuta mieloide, tumore al seno, al pancreas ed al polmone) nel periodo 2005-2016 ha evidenziato come l’Italia occupi, nel contesto Europeo, una posizione di assoluto rilievo (Figure I e II). L’ampia pipeline di prodotti innovativi sviluppata da Celgene, ottenuta da un grandissimo impegno nella ricerca e sviluppo, nella quale l’azienda investe circa il 32% del suo fatturato, testimonia il nostro contributo alla ricerca clinica in Italia, suffragato dalla qualità dei ricercatori italiani e dei clinici sperimentatori. Negli ultimi 8 anni in Italia, sono stati condotti da Celgene 80 studi clinici e supportati in maniera incondizionata 69 studi accademici indipendenti.


Com’è cambiato il Sistema Sanitario in Italia negli ultimi anni, per quanto riguarda i farmaci?

La modernizzazione del Sistema Sanitario in Italia, negli ultimi anni, ha prodotto dei forti cambiamenti, legati in particolar modo alla ricerca di un nuovo modello di sostenibilità, che ha avuto un forte impatto sulla gestione delle strutture sanitarie e, quindi, sui pazienti. È sempre più necessario, infatti, riuscire a coniugare la sostenibilità dei costi con la qualità dell’assistenza, per poter garantire che i pazienti ricevano le cure migliori. Questo sforzo include tutte le figure coinvolte nell’ambito della salute, quali dirigenti, medici, farmacisti ospedalieri e le aziende farmaceutiche, che devono agire in sinergia per garantire un uso sicuro del farmaco, ottimizzando l’appropriatezza e l’aderenza alla terapia, attraverso un miglioramento del processo di valutazione, acquisizione, prescrizione e uso razionale dei farmaci.








Come Celgene sostiene l’appropriatezza?

Celgene, sin dall’inizio, ha partecipato con le autorità regolatorie allo sviluppo di efficaci strumenti di appropriatezza, sperimentandone il funzionamento nella pratica clinica. Il principale di questi strumenti è il Registro Farmaci Oncologici dell’AIFA che, grazie al nostro farmaco lenalidomide si è evoluto per rispondere a criteri di garanzia dell’appropriatezza, di minimizzazione del rischio e di farmacovigilanza senza precedenti.
Le schede del registro oncologico per questa molecola, infatti, hanno dovuto recepire il Piano di Gestione del Rischio ed il Piano di Prevenzione della Gravidanza. È stato necessario, inoltre, garantire l’utilizzo del registro per ogni singola prestazione rendendo obbligatoria la compilazione delle schede contestuale alla prescrizione, come conditio sine qua non per l’approvvigionamento del farmaco.


Chi si fa garante dell’appropriatezza e sostenibilità del Sistema Sanitario?

Il farmacista ospedaliero è da sempre garante dell’appropriatezza del farmaco e costantemente impegnato nel trovare un bilancio tra beneficio per il paziente e costi. Il suo ruolo, oggi, di “farmacista clinico” o “farmacista di reparto” gli fa assumere nuovi compiti e responsabilità, partecipando attivamente alle scelte di cura del paziente, in un team multidisciplinare. Deve avere, quindi, oltre alle conoscenze scientifiche proprie della sua formazione di base, anche delle conoscenze manageriali in ambito gestionale ed economico.
Celgene per sostenere la razionalizzazione delle risorse e garantire che ogni paziente riceva le cure di cui ha bisogno, si confronta attivamente sia con il singolo professionista sul territorio, sia con le Società Scientifiche, quale SIFO, per individuare le strategie migliori.


Quale ruolo riveste un’azienda come Celgene per le Società Scientifiche, quali SIFO?

Celgene, fin dalla sua nascita, collabora attivamente con tutte le Società Scientifiche del settore in cui opera, per comprendere le necessità degli specialisti che ne fanno parte e, quindi, da una parte orientare al meglio le nostre risorse, dall’altra creare strumenti utili a rafforzare le loro conoscenze, per creare un circolo virtuoso che favorisca il paziente.
Sono un esempio alcune partnership con le Università e le Società Scientifiche per la realizzazione di corsi di formazione mirati a fornire ai partecipanti conoscenze tecnico-specialistiche di carattere manageriale, ad integrazione delle loro già grandi conoscenze scientifiche e mediche.