Riflessioni libere… parlando di oncologia
Barbara Meini, Silvano Giorgi

Caporedattori del Comitato Unico Editoria SIFO


L’oncologia negli ultimi anni è stata, è e sarà ancora per un po, una delle frontiere da esplorare e di conquista dei farmacisti ospedalieri.
Proviamo a fare un gioco di associazioni di idee per trasformazione professionale e vedere la partenza, i vari step ed il punto d’arrivo di questo percorso. Questo ci permetterà di fare alcune riflessioni in piena libertà ed in ultima analisi capire se facciamo parte di una professione statica oppure in cammino, o meglio, come si dice oggi, “in progress”.
La prima riflessione parte proprio dalla fonte: all’inizio avevamo la galenica e l’appropriatezza; galenica/appropriatezza si evolvono in galenica clinica; la galenica clinica si evolve in galenica oncologica; la galenica oncologica si evolve in taluni casi, ed in altri si evolverà, in farmacia oncologica; la farmacia oncologica si evolve in taluni casi, ed in altri si evolverà, in farmacia oncologica clinica.
Proviamo a fare un’altra riflessione in libertà su quali siano i compiti della farmacia oncologica clinica.
Sicuramente programmazione attraverso gli strumenti classici quali i prontuari; appropriatezza attraverso strumenti nazionali (registro di monitoraggio AIFA) nonché locali (monitoraggi, raccomandazioni ecc.); allestimento anche attraverso i più avanzati sistemi, sempre in armonia con l’impianto normativo vigente in materia di protezione degli operatori e sicurezza dei pazienti; monitoraggio attraverso reportistica propria o attraverso l’integrazione con servizi quali di controllo di gestione; post-act in grado di rimodulare le procedure, i percorsi o quant’altro possa concorrere al miglioramento del sistema.
Quanto sopra può essere, senza ombra di dubbio, sintetizzato in governo del sistema “oncologia.
Ecco che quindi, senza nulla togliere agli attori principali che sono i clinici con i quali dobbiamo concorrere a mettere a disposizione dei pazienti il miglior farmaco che eticamente abbia anche il miglior prezzo, il farmacista ospedaliero in oncologia (bel termine coniato dal collega M. Cecchi di Firenze) può contribuire significativamente alla sostenibilità economica in campo oncologico.
L’ultima riflessione in libertà è dedicata a chi ci governa:
Caro Presidente del Consiglio dei Ministri, investire nella nostra professione può permettere un miglior governo in oncologia, questo, oltre ad elevare la qualità delle prestazioni erogate, può generare considerevoli economie di scala che, nel rispetto dei pazienti, diventano sempre più importanti quanto più si accentrano le attività. Il tutto si traduce in risparmi economici corposi da reinvestire in sanità, anche al fine di garantire i migliori trattamenti terapeutici ad un numero, ahinoi, sempre maggiore di pazienti.
Detto ciò, ci viene da pensare che la nostra professione è tutt’altro che statica, ma è un continuo “work in progress”.