L'utilizzo reale degli antipsicotici in una popolazione di Torino: prevalenza, appropriatezza e tossicità dei trattamenti sulla base dei dati amministrativi possibili
L'utilizzo reale degli antipsicotici in una popolazione di Torino: prevalenza, appropriatezza e tossicità dei trattamenti sulla base dei dati amministrativi possibili
Fiorenza Enrico, Lorenza Ferraro, Giuseppe Tibaldi
Riassunto. I malati di schizofrenia rappresentano solo l’1% della popolazione totale, ma la gestione della malattia da parte delle figure preposte risulta complicata, poiché oltre a prevedere un approccio multidisciplinare (comprendente anche il recupero di una posizione sociale attiva), il decorso della stessa è spesso cronico con frequenti episodi acuti (incluse le ospedalizzazioni) e con la necessità di un monitoraggio stretto dell'appropriatezza e della tossicità dei trattamenti.
Materiali e metodi. I farmaci antipsicotici sono stati considerati indicatori della malattia schizofrenica nell'analisi del data-base amministrativo delle prescrizioni della ex ASL 4 di Torino che ha permesso l'identificazione e la caratterizzazione clinica di 2328 pazienti. Questa coorte è stata caratterizzata per sesso, età e comorbidità.
Risultati. I dati ottenuti mostrano che, contrariamente a quanto accade a livello nazionale, nella ex ASL 4 di Torino la prescrizione di antipsicotici, soprattutto atipici tende ad aumentare, principalmente nei pazienti anziani e probabilmente come prescrizione «off-label» per il trattamento della demenza. Altre criticità emerse sono la co-prescrizione di due o più antipsicotici e l'associazione di farmaci a rischio di interazioni.
Conclusioni. Sono stati identificati patterns di co-prescrizioni che possono determinare rischi clinicamente rilevanti, come ad esempio l'uso concomitante di due antipsicotici o la presenza di comorbidità cardiovascolari che necessitano di trattamenti cronici, la cui co-somministrazione con antipsicotici può aumentare il rischio di effetti collaterali.