Approppriatezza d'impiego sui tiazolidindioni nell'Azienda Ospedaliera di Ferrara

Anna Marra, Rossella Carletti, Daniela Fedele, Domenico Motola, Elisabetta Poluzzi, Anna Bin, Paola Scanavacca

Riassunto. I tiazolidindioni (TZD), glitazoni, sono farmaci ipoglicemizzanti orali impiegati per la cura del diabete mellito di tipo II da utilizzare in seconda linea terapeutica, ma il cui profilo di beneficio/rischio è stato oggetto di recenti rivalutazioni. Per tale motivo nella Regione Emilia-Romagna è stato reintrodotto, nel marzo 2008, un piano terapeutico (PT) per la prescrizione dei glitazoni a cura dei diabetologi afferenti alle strutture abilitate alla prescrizione. Obiettivo del nostro lavoro è verificare la appropriatezza prescrittiva, l’efficacia e la sicurezza dei glitazoni attraverso l’analisi dei dati riportati sui PT.

Metodi. I dati presenti nei PT sono stati analizzati sulla base dei seguenti parametri: fasce di età e sesso dei pazienti, terapia antidiabetica in associazione, tipologia di specialità prescritta, valore e data di rilevazione dell’emoglobina glicata (Hb1Ac), valore di Body Mass Index (BMI), variazione del valore Hb1Ac, eventuali complicanze.

Risultati. Sono stati esaminati 788 PT, pervenuti al servizio di erogazione diretta (ED) da aprile 2008 a novembre 2009. Tali PT erano relativi a 448 pazienti con un’età media di 63,67± 9,10 anni. Gli uomini erano il 59%. La molecola più prescritta (78,8% delle prime prescrizioni) è stata il pioglitazone. Il 67,2% dei pazienti assumeva i glitazoni in triplice terapia di associazione con metformina e sulfanilurea. Il valore di Hb1Ac e il BMI alla prima prescrizione erano rispettivamente >7% nel 71,4% e ≥25 kg/m2 nel 79% dei pazienti. In seguito alla terapia con glitazoni, il valore di Hb1Ac è diminuito nel 23% dei pazienti (riduzione media Hb1Ac= - 1,19±DS 0,93%) ed è rimasto invariato nell’11,8%. L’89,5% dei pazienti non ha presentato complicanze in seguito al trattamento. Nei restanti pazienti sono stati invece riportati in corso di terapia: eventi cardiovascolari (2,7%), osteoporosi (0,4%), maculopatia al fundus (0,9%) e trattamento con nitrati (0,7%). Limitatamente all'insorgenza di eventi cardiovascolari, l'incidenza calcolata è stata del 3,2% e del 2,7% per, rispettivamente, rosiglitazone e pioglitazone.

Conclusioni. I risultati mostrano un’aderenza delle prescrizioni alle Linee Guida internazionali e alle indicazioni terapeutiche riportate nelle schede tecniche dei glitazoni. Il trattamento con glitazoni appare efficace in un quarto dei pazienti e si è dimostrato relativamente sicuro; il PT risulta essere un valido strumento per monitorare la sicurezza e l'efficacia delle terapie nel paziente diabetico.