GIFC e Bollettino come laboratorio di scrittura
GIFC e Bollettino come laboratorio di scrittura
A cura della Redazione
Riassunto. Mentre questo numero va in stampa, si attiva il processo di accreditamento di un’iniziativa formativa (già approvata nella sua logica e nei contenuti generali del Direttivo SIFO, ed affidata al coordinamento del Centro Studi SIFO e dei Comitati Editoriali di GIFC e Bollettino SIFO) che si svolgerà a partire dal giugno 2011 con l’obiettivo di offrire ai soci SIFO un’opportunità di «upgrade» la propria capacità di tradurre in una scrittura «scientifica» le proprie esperienze di lavoro, ricerca, rilettura di problemi, creatività metodologica o culturale,…
È la ripresa – dopo tanti anni, per una generazione
nuova e molto diversa – di un’idea che aveva avuto allora un buon successo: molto pratico, e nello stesso tempo simbolico: era il segnale e l’invito alla SIFO, in quanto Società, di divenire sempre più un autore collettivo, non solo nella definizione-realizzazione di progetti, ma nella loro interpretazione. Il proposito finale non è quello di uniformare gli approcci ai problemi ed i linguaggi per esprimere e/o commentare i risultati, ma al contrario per poter differenziarsi al massimo grazie alla libertà che può nascere solo dal possedere in modo chiaro e semplice le regole essenziali. L’esigenza di un percorso di questo tipo è tuttora molto forte: forse ancor più urgente, in un momento in cui si è sommersi da una stampa sempre più «invadente» e sempre meno «indipendente » per cui diventa ancor più importante essere produttori di conoscenza (autori di articoli) oltre che «utilizzatori critici» di quello prodotto da altri. Dall’osservatorio delle due riviste della SIFO (che include anche quello di tutte le proposte per presentazioni ai Congressi) risulta molto chiara la dissociazione tra la ricchezza potenziale delle attività che si descrivono ed analizzano, e la loro esplicitazione in termini di contenuti conoscitivi originali. È evidente che non si tratta di «imparare a scrivere». Ognuna/o ha in questo senso, e deve avere (se e quando ne ha voglia) il suo stile e il suo universo di paroleconcetti-rappresentazione.
I corsi, che si articoleranno in pochissime lezioni
teoriche, privilegiando le esercitazioni pratiche intese proprio come discussione, elaborazione,
valutazione di materiali, ipotesi, dati proposti dagli stessi partecipanti, sono fatti per: • essere un'applicazione di una metodologia che favorisce il passaggio coerente dalla formulazione di una ipotesi al suo sviluppo interpretativo;
• divenire punto di partenza per un apprendimento
prolungato nel tempo attraverso la scrittura collaborativa di lavori concreti mirati alla pubblicazione (sulle riviste SIFO, ma non solo, a livello italiano o/e internazionale).
Questo tipo di pensiero-scrittura è tanto più importante in tempi che sembrano prediligere professionisti capaci ma rassegnati od onorati di esprimere-obbedire a regole e procedure, e al massimo soddisfatti di descrivere come impiegati fedeli ciò che succede. Si tratta di ritrovare, ed esercitare, il «gusto» del prendere la parola, di rischiare l’interpretazione, di sperimentare verificare la tenuta di proposte innovative. In fondo, è questo il carattere distintivo di una professione, che vuole essere, in una realtà fortemente in evoluzione, espressione i di autonomia intellettuale (di singoli e di reti ocollaborative) nel vivere-operare nel quotidiano assistenziale e scientifico.